Concordo con Chiara, è una scelta editoriale delle case editrici per non deprimere il già tristerello di suo cartaceo. Anche perchè chiunque sia un poco pratico di editoria, sa bene che il 50% del prezzo di copertina se lo prende il distributore, il 10 % circa l’autore come diritti, il resto la casa editrice. Considerati i costi vivi, diretti e indiretti, presumo che su un libro che costa quindici euro, circa tre siano l’utile netto d’impresa (conto della serva, alla carlona, i grandi gruppi editoriali stampano con macchine di proprietà, ammortizzando ulteriormente il costo principale che è rappresentato dalla stampa) E’ circa il 20% del prodotto (chi produce calze, il 2%, chi vende abbigliamento, il 120%, chi opera negli appalti pubblici edili, il 35%)
Gli ebook dovrebbero costare, in linea con il mercato, tre euro (al massimo)
Un euro all’autore; un euro di costi (la signorina che mette on line il testo, i costi diretti e indiretti della struttura, telefono, elettricità della sede, manutenzione e usura dei server,etc) e un euro d’utile (33% e qualcosa del prezzo di vendita)
Per come sono strutturati nella vendita attualmente, è come se io avessi la pretesa di vendere, nel salotto di casa mia, usando i miei parenti più in forma come manichini, dei golf di Brunello Cucinelli quasi allo stesso prezzo di quelli che trovate nel negozio di Capri, busta logata e vista faraglioni.
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Di: maurizio sbordoni
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